Vivere senza plastica, è davvero possibile? Sembra un obiettivo irraggiungibile, utopico… Per nostra fortuna, da qui all’utopia, c’è un ampio margine di miglioramento!
▪ È ovunque
▪ Sacchetti di plastica
▪ Imballaggi e contenitori
▪ Detersivi, prodotti per la cura personale e affini
▪ Oggetti in plastica
▪ In viaggio e in vacanza
▪ Feste & co
▪ Varie
Ma perché dovremmo preoccuparci di questa famigerata e tanto disprezzata plastica? Iniziamo con un paio di immagini.
Ecco il risultato di avere oceani sempre più carichi di rifiuti. Pare che se non cominciamo a occuparci della plastica, sarà lei a occuparsi di noi!
Nel mondo, in media, si ricicla intorno al 4% della plastica. Quasi tutti sanno che è entrata nella nostra catena alimentare, attraverso gli organismi marini, che ingeriscono minuscoli frammenti di plastica mescolati al plancton. Similmente accade sulla terraferma: la plastica non si decompone, si sbriciola! Si deteriora, nel corso del tempo, in frammenti sempre più piccoli.
Ma quanti sanno di avere plastica nel proprio corpo? Sì, oltre il 90% della popolazione mondiale ne è soggetta, per una semplice ragione: ogni volta che bevi o mangi sostanze contenute o impacchettate in particolari tipi di plastica, stai bevendo e mangiando plastica; ogni volta che indossi abiti sintetici, il corpo è esposto all’assorbimento di plastica. Ciò deriva da tossine (ftalati e bisfenolo A in primis) e microparticelle che vengono rilasciate costantemente (calore, sostanze acide, graffi accelerano il processo).
Avere bisfenolo A (BPA) nel corpo può comportare gravi conseguenze. Centinaia di studi scientifici indipendenti rilevano una stretta correlazione fra elevati tassi di BPA nel sangue e: infertilità, disturbi ormonali, asma, diabete, obesità, malattie cardiovascolari, sottosviluppo del cervello nei feti, tumori al seno e prostata.
[Ulteriori approfondimenti a questa pagina, in inglese. Un film che offre un’eccellente panoramica è «Plastic Planet» di Werner Boote (in inglese, tedesco e francese). Mentre qui trovi una simpatica puntata di «Sostenibilità for Beginners», ricca di interventi e curiosità, intitolata proprio «Vivere senza plastica» 😁]
Quindi… Cosa possiamo fare adesso?
L’ideale sarebbe prevenire l’inquinamento, piuttosto che cercare soluzioni dopo che il danno è fatto. E qui arriva la buona notizia (finalmente!): contrastare la «plastificazione» del pianeta, oltre che di noi stessi, è una cosa che può fare chiunque!
Sì, anche tu, da oggi, potrai contribuire a invertire la tendenza, senza eccessivi sforzi. Ti basterà prendere ispirazione dalla lista che trovi qui sotto. Non è necessario stravolgere le proprie abitudini, si può cominciare scegliendo qualcuna delle idee più semplici da mettere in pratica, il resto verrà un po’ alla volta.
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Partiamo da qualcosa di facile: evitare l’uso dei sacchetti di plastica!
▪ Regola numero uno (sì, questo è un obbligo etico e morale): portati i sacchi della spesa da casa (ancora meglio se di stoffa, cotone).
▪ Quando compri frutta/verdura, dovunque possibile, applica le etichette sul prodotto senza usare sacchetti; per esempio, su zucche, cavoli, banane, sedano… oppure se compri una sola mela, una melanzana e così via.
▪ Portarsi dietro retine di stoffa/fibre naturali per l’ortofrutta (o sacchetti che già si possiedono) è un’ottima soluzione, ma non è più legale in Italia. 😳 Tuttavia, non tutti se ne curano…
▪ Compra frutta/verdura in mercati o negozi locali, dove puoi riporre i prodotti direttamente in cassette o sacchi portati da casa.
▪ In alternativa, almeno per diminuirne il numero, metti due (o tre, se fattibile) tipi di prodotti diversi nel medesimo sacchetto, pesandoli separatamente e applicando le etichette sui manici. (Ogni volta che l’ho fatto, nessun cassiere si è mai lamentato.)
▪ NON usare il guanto di plastica per tastare la frutta/verdura. Esiste qualcuno che non lava la frutta prima di mangiarla? Il contadino e tutti gli intermediari usano sempre i guanti toccando la verdura? Il guanto rimane pulito dopo che spingi il carrello (tramite la barra, toccata migliaia di volte prima di te)? Basta con questi inutili e insulsi guanti.
[Alcuni commessi o gestori fanno storie; quando si girano, preleva un guanto dal cestino, usalo e tienilo assieme ai tuoi sacchetti, per le volte successive. Funziona sempre! 😉]
▪ Fatti imbustare il pane in un sacchetto di carta o nel tuo personale di stoffa (evita i sacchetti carta + plastica, un’altra splendida insulsaggine).
▪ Effettua il compostaggio nel tuo giardino, in condivisione col condominio/vicinato/quartiere oppure sfruttando il servizio di raccolta comunale. Se smetti di conferire sostanze umide nel «secco» (alias «indifferenziata»), allora non servirà più usare sacchetti in plastica.
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Evitare imballaggi e contenitori di plastica
▪ In generale, quando ti serve qualcosa, cerca prima se è disponibile in confezioni in sola carta/cartoncino (e come seconda scelta, in vetro e metallo).
▪ Dove possibile, richiedi imballaggi in carta/cartone (anche per acquisti online).
▪ Chiedi di ricevere notifiche e comunicazioni via e-mail (per esempio, dalla banca o le bollette), anziché in buste cartacee (soprattutto se con le «finestrelle» in plastica).
▪ Se necessiti di spedire buste, pacchi o altro, scopri come effettuare spedizioni ecologiche! (Usa cartoni e carta di giornale, evita buste foderate di «Pluriball», riutilizza imballaggi che già possiedi… e molti altri suggerimenti!)
▪ Usa software scaricati online (a pagamento o free); cosa succede se moltiplichiamo l’imballaggio (figura sotto) usato per un singolo CD/DVD (che non si può nemmeno riciclare, perché va conferito nel secco!) per i milioni di CD/DVD di software venduti?
▪ Se la connessione a internet te lo consente, scarica i film o abbonati a servizi come Netflix e similari, piuttosto che comprare DVD.
▪ Quando fai compere, soprattutto presso negozi locali, portati contenitori da casa in cui farti mettere la carne dal macellaio, il formaggio in caseificio e così via; inoltre, prediligi prodotti sfusi o «alla spina» (detersivi, cereali, legumi e tutto ciò che trovi).
▪ Scegli prodotti in cartone o vetro (latte, bibite…) e, quando puoi, in formato famiglia (tralascia le confezioni con tante piccole porzioni singolarmente impacchettate).
▪ Evita contenitori in plastica e la pellicola in cellophane per riporre cibi e avanzi: puoi optare per contenitori in vetro o piatti e scodelle in ceramica (i piatti piani li puoi usare come coperchi, specialmente se consumi gli avanzi entro uno o due giorni).
▪ Bevi acqua naturale? Allora lascia perdere quella imbottigliata, prendi l’acqua dal rubinetto, non ha nulla da invidiare alle bottiglie! (Anche perché la usi per cucinare, farti la pasta… Se hai dubbi, puoi leggere questo articolo o cercare altre informazioni online.)
▪ Bevi acqua frizzante? Rifornisciti presso i distributori comunali (ormai hanno tutti anche la frizzante), valuta l’acquisto di un «gasatore» (scelta non proprio al top) oppure assaggia la naturale, potrebbe piacerti!
▪ Se ti piacciono le bibite, il vino, la birra ecc., comprale in bottiglie di vetro a rendere (presso centri di distribuzione bibite locali), con tappi in alluminio o sughero. [Scopri perché è importante e come raccogliere i tappi di sughero.]
▪ Hai voglia di un gelato? Fatti servire una coppa oppure prendi un cono (che potrai gustarti passeggiando).
▪ Abbandona o limita i cibi preconfezionati e/o surgelati e le gomme da masticare (sono fatte principalmente da plastica, un polimero derivato dal petrolio e il «polisobutene»).
▪Sei amante di infusi, tè e tisane? Procurateli sfusi o in barattoli, insieme a un infusore in acciaio; così eviti pellicole e gli imballaggi monodose.
▪ Autoproduci tutto ciò che puoi o anche solo alcune cose, in base a ciò che ti piace: conserve, frutta/verdura essiccata, yogurt, latte vegetale, condimenti, snack…
▪ Se hai difficoltà a reperire prodotti particolari (per esempio, carta igienica in confezioni plastic-free) puoi rivolgerti a fornitori all’ingrosso o per catene, alberghi, ristoranti… Spesso usano imballaggi poco accattivanti, ma economici ed ecologici (carta e cartoni).
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Ridurre l’uso di detersivi, prodotti per la cura personale e affini di origine chimico-industriale
Sostituire, da un giorno all’altro, tutti i detersivi che si usano «normalmente» in casa (figura sotto) con prodotti naturali, potrebbe rivelarsi un po’ arduo. Tuttavia, facendo un passo alla volta, si possono ottenere grandi miglioramenti!
▪ In generale, evita di comprare mille prodotti diversi per altrettanti scopi. Sono riusciti a convincerci che un detersivo «fatto apposta per» (un singolo scopo) è un ottimo prodotto. In realtà, se evitiamo di farci prendere in giro dalla pubblicità, quello è un pessimo prodotto, proprio perché fa una cosa sola e non lo possiamo usare per nient’altro!
[Per di più, il 99% dei detersivi chimici/industriali sono dannosi per l’ambiente e la salute: esalano vapori tossici (durante e dopo l’uso!), non devono entrare in contatto con la pelle…(!!) Allora perché ci riempiamo la casa di veleni, quando con tre ingredienti perfettamente naturali, biodegradabili e biocompatibili (anche se ingeriti, non succede nulla!) si può pulire tutto e meglio?]
▪ Impiega l’aceto di vino bianco per le pulizie domestiche (sì, questo è il primo dei tre ingredienti). Puro o mescolato in acqua, è un ottimo disinfettante, antibatterico, anticalcare, brillantante, smacchiatore e ammorbidente…! (Alla faccia dei «super prodotti» che fanno una cosa sola.) Con delle aggiunte (sale, oli essenziali), l’aceto diventa ancora più efficacie.
▪ Come per l’aceto, introduci il succo di limone nelle pulizie (il secondo ingrediente): è uno sgrassante, antibatterico, smacchiatore e sbiancante; profuma e rimuove cattivi odori, lucida i metalli, aiuta ad allontanare mosche, zanzare e formiche. (Questi sono VERI «super prodotti».)
▪ Insieme ai due precedenti, usa anche il bicarbonato di sodio (estremamente utile in tantissimi contesti). È uno sgrassante, antibatterico e anti-odori, lo si può diluire in acqua e strofinare sulle superfici con una spugnetta. (Aggiornamento: essendo il bicarbonato basico, non va mescolato all’aceto, che è acido; si annullerebbero a vicenda.)
▪ Tieni da parte degli spruzzatori per metterci dentro soluzioni create coi tre ingredienti appena descritti (per la pulizia di vetri, superfici, argenteria, sanitari ecc.). Ci vuole pochissimo tempo a prepararli, dopodiché ce li hai sempre pronti all’uso!
▪ Per pulire i vetri di caminetti, stufe a legna/pellet e simili, usa la cenere: prendi un recipiente con dell’acqua, un panno bagnato, «impanalo» con la cenere e strofinalo sul vetro.
▪ Evita spugne e stracci in materiali sintetici, sostituiscili con gli equivalenti in fibre naturali (cotone, fibre di cellulosa o di cocco…); ritaglia pezze di stoffa da vestiti vecchi che devi eliminare (per esempio, magliette di cotone) per farne panni e stracci.
▪ Quando ne hai bisogno, usa guanti in lattice naturale (non gomme sintetiche, ovviamente).
▪ Nella lavastoviglie metti detersivo in polvere, di quello venduto in scatole di solo cartone.
▪ Adopera sapone impacchettato nella carta, sia per le mani che per il corpo; se non rinunci a quello liquido, usa le ricariche formato «gigante», senza ricomprare i flaconi con l’erogatore.
▪ Sostituisci cosmetici, docciaschiuma, shampoo, creme, deodoranti ecc. con prodotti naturali ed ecologici, spendendo anche meno!
Se ancora non rinunci ai prodotti «industriali», leggi le etichette: evita tutto ciò che contiene POLYETHYLENE (PE), POLYPROPYLENE (PP), POLYETHYLENE TEREPHTHALATE (PET), POLYMETHYL METHACRYLATE (PMMA) o nylon.
[Si tratta di pura plastica, in forma di micro-sferette troppo piccole per essere filtrate, che finiscono nei corsi d’acqua, nell’oceano, nei pesci… C’è da chiedersi come mai non sia illegale produrre, vendere e usare sostanze che causano il rilascio (volontario e consapevole!) di plastica nell’ambiente… Nel frattempo, evitiamo quei prodotti.]
▪ Usa sapone da barba (incartato) oppure olio di cocco al posto delle schiume o gel in lattina.
▪ Cerca varianti plastic-free per l’igiene orale. Spazzolini in legno o bambù, dentifricio solido, olio di cocco e molto altro, ci sono tante alternative sane ed ecologiche!
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Evitare oggetti in plastica e prolungare la vita di quelli che si possiedono già
Qui si apre un mondo… Vediamo alcuni esempi dai quali trarre spunto.
▪ In generale, preferisci oggetti e prodotti in materiali naturali/sostenibili o ciò che vi si avvicina di più (acciaio inossidabile, vetro); usa gli oggetti in plastica che già possiedi il più a lungo possibile.
▪ In alternativa, puoi acquistare o scambiare oggetti di seconda mano; il riutilizzo è uno strumento efficace per dare nuova vita a potenziali «rifiuti».
▪ Prima di eliminare oggetti o elettrodomestici rotti, scopri se è possibile ripararli (magari rivolgendoti a qualcuno che «se ne intende»). Spesso gli elettrodomestici hanno guasti da pochi soldi (contatti, fusibili, cortocircuiti… Mai sentito parlare di «obsolescenza programmata»?), ma i centri di riparazione chiedono, quasi sempre, centinaia di euro.
▪ Prendi in considerazione l’idea di usare un rasoio di sicurezza al posto degli «usa e getta».
▪ Soprattutto per le donne: se ti servono nuovi accessori per capelli (spazzole, pettini, elastici), sceglili in materiali ecologici (legno, gomma naturale).
▪ Usa bastoncini in carta per le orecchie (purtroppo vanno comunque nel «secco», a meno che non siano dichiarati biodegradabili).
▪ Utilizza fazzoletti/tovaglioli di stoffa rilavabili al posto di quelli in carta; in casi particolari puoi usare quelli venduti in scatole di solo cartoncino.
▪ Compra vestiti in stoffe e tessuti naturali (cotone, lana, seta, lino, canapa…), non sintetici. Regala (o vendi) i vestiti in buone condizioni che non indossi più o, se hai voglia, scambiali per ottenerne altri (di seconda mano, ma «nuovi» per te). Se sei capace, puoi realizzare vestiti o accessori per conto tuo (o li fai fare).
▪ Se dovesse capitarti, cercando scarpe o calzature, di trovarne plastic-free, non esitare.
▪ Non vuoi fare a meno della cannuccia per le bibite? Usane una in bambù o acciaio.
▪ Rinuncia alle pentole/padelle antiaderenti rivestite in Teflon e simili.
[È importante anche per la salute: è risaputo che ad «alte temperature» il Teflon rilascia gas corrosivi e letali, oltre a un agente chimico altamente tossico che persiste nell’ambiente e nell’organismo umano, provocando danni al fegato, alla tiroide e riducendo la capacità di combattere le infezioni. Tutto ciò si aggrava con la presenza di graffi sulla superficie delle padelle!]
▪ Per i fumatori (ma non solo): utilizza fiammiferi o accendini in metallo ricaricabili.
▪ Se possiedi animali domestici, adotta accessori plastic-free, possibilmente ecologici (guinzagli, ciotole, giochi…) o di seconda mano; preparagli il cibo in casa o compralo confezionato in lattine/cartone.
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Viaggiare a basso impatto
▪ Procurati un kit da viaggio: bicchiere + bottiglietta/thermos, piattino e posate (preferibilmente in acciaio, bambù o simili); le bottigliette (vuote) sono ammesse in aeroporto e aereo!
▪ Dove non offrono stoviglie tradizionali (vetro, ceramica, metallo), se ti è possibile, chiedi di farti servire nelle tue (sì, il kit da viaggio).
▪ Rifiuta gadget e snack quando vengono offerti (autobus, visite guidate, aereo ecc.), di solito sono cianfrusaglie oppure «cibi» alquanto discutibili (è meglio un panino portato da casa).
▪ Quando fai viaggi corti, mangia prima e/o dopo, non usufruire dei pasti preconfezionati a bordo dei mezzi (aereo, treno, autobus), a meno che non siano preparati sul momento e serviti con stoviglie vere.
▪ Porta cuffiette o auricolari sempre con te, per non usare i monouso offerti durante i viaggi.
▪ Per la cura personale, non usufruire dei mini-flaconcini offerti in albergo (shampoo, docciaschiuma ecc.). Portati il tuo kit personale: tieni da parte piccoli flaconi da ri-riempire per ogni viaggio, o, ancora meglio, utilizza saponette e/o shampoo solido.
▪ Se ti piace il campeggio e necessiti di attrezzatura nuova, procurati l’occorrente di seconda mano o in versione «green»: tenda in (robusto) cotone; accessori in legno, acciaio ecc.; stoviglie lavabili e così via.
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Festeggiare a piacimento, ma senza invitare la plastica!
▪ Quando organizzi una festa, usa stoviglie tradizionali; se gli invitati sono troppo numerosi, opta per stoviglie «da pic-nic», lavabili e riutilizzabili (bambù, foglie di palma, acciaio, altro).
▪ Evita gadget inutili in plastica; piuttosto usa la fantasia orientandoti su materiali naturali (la festa sarà sicuramente più originale).
▪ Procurati le bibite presso distributori locali o, comunque, con la disponibilità del vuoto a rendere.
▪ Sbizzarrisciti con stuzzichini e piatti fatti in casa: ti puoi fare aiutare da amici, figli, genitori, fratelli e sorelle, zii… il divertimento comincia in cucina!
▪ Accordati con qualcuno degli invitati: ognuno porta un suo piatto forte, fatto in casa, con ingredienti buoni e genuini.
▪ Se ti invitano a una festa e non sei sicuro di trovare stoviglie «vere», (se il padrone di casa non si «offende») usufruisci del tuo kit da viaggio (bicchiere, piatto e posate); non si sa mai che il tuo esempio spinga altre persone ad avere più sensibilità verso questi temi.
▪ Se al momento non possiedi un albero di Natale (finto), al posto di comprarne uno, sii creativo o prendi ispirazione da internet, fabbricandone uno ecologico (e unico nel suo genere).
▪ Quando fai regali, assicurati che siano effettivamente graditi e, quindi, utilizzati. In caso di dubbio, puoi optare per servizi o «esperienze» (buoni per ingressi al cinema, ristoranti, centri benessere, concerti ecc.). Incartali senza usare nastrini, fiocchi o nastro adesivo in plastica.
▪ Se ti chiedono che regalo vorresti, specifica che sia senza plastica. (Nei limiti del possibile, ovviamente.) Potrebbe rivelarsi una sfida interessante per chi deve farti il regalo!
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Varie
▪ Possiedi un giardino, delle piante in terrazza o dei fiori in casa? Te ne puoi prendere cura in maniera ecologica e naturale. Il giardinaggio diventa più sano e rilassante e, per di più, ottieni la soddisfazione di avere un rosmarino, salvia e qualsiasi altra pianta aromatica completamente biologica!
Per il momento, l’elenco termina qui.
Come avrai notato, rinunciare completamente alla plastica è ancora molto difficile, soprattutto per scarsità di alternative ecologiche, sane (ed economiche). Con le nostre scelte, però, possiamo fare in modo che tali alternative aumentino sempre più, oltre che migliorare la nostra salute e ridurre notevolmente la quantità di rifiuti che produciamo (non solo di plastica).
La lista è destinata a crescere: commenta l’articolo, suggerisci qualche tua idea, in modo che tutti possano trarne vantaggio!
Se l’articolo ti è piaciuto e ritieni il tema importante, condividilo e spargi la voce! 🙂 (Se non vedi i pulsanti qui sotto, prova a disattivare AdBlock o copia il link della pagina.)
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28 commenti su “Vivere senza plastica”
Se volete eliminare l’annoso problema dell’acqua in bottiglia di plastica, sappiate che da NaturaSì vendono l’acqua in bottiglia di vetro con il RESO del VUOTO!!
Io lo faccio da un anno e mezzo ed ho ridotto del 60% il consumo di plastica solo eliminando le bottiglie.
Il pet, inoltre, rilascia sostanze tossiche nei liquidi che contiene.
Ottimo suggerimento, anche altri negozi offrono servizi simili (acqua alla spina o in bottiglie a rendere).
Le “casette dell’acqua” comunali sono sempre più diffuse, ma in questo periodo sono chiuse (o sbaglio?) per le norme sanitarie in corso. Fortunatamente le alternative non mancano! 🙂
Io sto sostituendo le pentole in acciaio inox 18/10 (cromo e nickel) con quelle in vetroceramica Visions. Ed ho comprato due pentole in terracotta naturale Bionatural per cucinare salse, legumi, cereali e zuppe (hanno un altro sapore). Quasi tutte le pentole in terracotta sono smaltate con smalti tossici.
Grazie del suggerimento! In effetti anche io, tempo fa, mi sono messo a cercare pentole senza smalti tossici, con scarsi risultati… Proverò a cercare quelle che hai indicato!
L’aceto a contatto con i metalli rilascia nickel, per cui non è indicato per pulire.
Meglio usare l’acido citrico, un ottimo ammorbidente e anticalcare, ovviamente diluito.
Grazie del prezioso feedback! È vero, l’aceto è aggressivo in molti casi, meglio usarlo per superfici non metalliche.
L’aceto non va usato per le pulizie, perché comunque una volta, ad esempio, finito di lavare i pavimenti (acqua calda e aceto) si dovrà svuotare il secchio, facendo finire la soluzione negli scarichi, che sono fatti di metallo, per cui si avrebbe la reazione chimica che rilascia nickel.
L’aceto non va usato per pulire. Punto.
L’acido citrico è totalmente naturale.
Inoltre, la natura per poter “digerire” un litro di aceto impiega 100.000 litri d’acqua.
Mentre per digerire 1 litro di acido citrico, impiega solo 1.800 litri d’acqua.
E non rilascia nickel.
Dati interessanti, chi ha svolto questa ricerca sui litri d’acqua necessari (o qual è la fonte attendibile)? Sarebbe bello vedere anche altri dati su altri prodotti comunemente usati, così da diventare più consapevoli sugli effetti (in casa e fuori casa) delle nostre pulizie domestiche… 🙂
Ciao Vincenzo! Complimenti per l’impegno e la dedizione, non è facile eliminare la plastica dalla vita quotidiana… Fortunatamente stanno aumentando i prodotti sfusi, diversi negozi e supermercati hanno la “spina” dei detersivi, per esempio, alcuni addirittura naturali ed ecologici! (NaturaSì, per chi lo conosce.) Andiamo avanti così, stiamo facendo un bel lavoro… 😊
un saluto a te Federico e a tutti coloro che hanno messo un commento sulla tua pagina, sono ormai dieci anni che combatto la plastica ed ero riuscito parzialmente ad eliminarla, ma due mesi fa ho avuto un incontro che ha segnato la svolta ad oggi sono riuscito ad eliminare quasi tutti i contenitori di plastica a cominciare dalle bottiglie dell’acqua per finire a quelle del detersivo sia per le pulizie della casa che quelle per il bucato e cosa ancora più importante ho eliminato il 90% dei detersivi.
Sono sicura di riuscire …. ho 61 anni e quando ero piccola non usavamo la plastica e campavamo lo stesso, anzi meglio e buttavamo la
Spazzatura una volta la
Settimana ed
Era tutta “umida” . Ora ho giardino e faccio il compostaggio e risparmio sulla imposta dei rifiuti…
Sono un po’ più giovane, ma dai racconti dei genitori e nonni ho capito che prima della plastica si comprava molto sfuso o nel cartone, che paradiso! Anche l’usa e getta quasi non esisteva, poi la “comodità” ha preso il sopravvento, ora è arrivato il conto da pagare… ma ce la possiamo fare, dopotutto, ognuno fa la differenza! 😁
ma invece le buste per la spazzatura? se prendi quelle biodegradabili poi si rompono
Alcune buste biodegradabili sono un po’ più resistenti, eventualmente gli oggetti più grandi e pesanti puoi conferirli separatamente nel bidoncino (o cassonetto, a seconda di come funziona la raccolta nella tua città). Un’alternativa che uso io sono gli involucri di qualsiasi tipo che mi capitano a tiro. Per esempio, se compri un oggetto che è inevitabilmente racchiuso in un involucro di plastica/altro materiale (tv, pc, tostapane…), aprilo in modo da poter usare il sacchetto per il secco non riciclabile. Puoi sfruttare il posto di lavoro per rimediare involucri che verrebbero buttati via o sfruttare conoscenze che lavorano in determinati ambiti (trasporti, supermercati…). Occorre farsi venire qualche idea…! 😉
Consiglio i sacchetti di carta Sumus. Ottimi sostituti della bioplastica.
penso sia tutto inutile veramente
Non c’è problema, ognuno può pensare come vuole. Sembri un po’ rassegnata, non solo nei confronti della plastica… Se le cose vanno male, significa che c’è un margine di miglioramento. Ognuno può attivarsi come meglio crede, innanzitutto per sé, il resto si vedrà…
Ciao Federico Mi congratulo con te per questo programma di sensibilizzazione Dovremmo istituire dei corsi in tutta Italia e sensibilizzare i bambini fin dalle scuole elementari. Di pianeta per vivere ne abbiamo solo uno Fino a prova contraria e dovremmo trattarlo meglio di come facciamo. Saluti.
Grazie Gianna! 😊 Hai ragione, ci sono tanti temi che nelle scuole vengono trascurati, delegati alle famiglie, che spesso sono impreparate nell’affrontarli. Per motivi di tempo o semplicemente di scarsa consapevolezza… Il mio motto è: ognuno faccia ciò che può! L’attenzione cresce, aiutiamola a diffondersi. ✌️❤️
Ciao Gianna, se hai le competenze puoi proporti presso le scuole elementari per fare interventi formativi su metodi e abitudini per una vita libera dalla plastica. Ci si può presentare presso le scuole come associazione o singolo, normalmente si ottiene più facilmente l’assenso del Dirigente scolastico se l’intervento è gratuito.
Ottimo post. Sono già molto attenta ma ho bisogno di migliorare, come tutti noi. Sono finita sul tuo blog grazie al commento che hai lasciato su rinnovabili.it, e voglio iniziare a seguirti, condividiamo la stessa visione.
Mi fa molto piacere! La tanto amata “chiave del successo”, come in ogni settore, è di non smettere di cercare i limiti e di superarli, che si tratti di limiti personali o di quelli di un sistema. Niente e nessuno è perfetto, piccoli o grandi miglioramenti sono sempre dietro l’angolo, basta allungare le mani…!
Grazie per questo post. Parole che spronano al cambiamento, a migliorare a fare bene per il futuro e non solo per l’oggi.
Esattamente, “passato”, “oggi” e “futuro” sono indivisibili: impariamo dalle esperienze fatte, miglioriamo la nostra vita adesso e migliorerà anche il nostro futuro! Il cambiamento è nelle nostre mani, dobbiamo solo rendercene conto.
Mi piace molto questo articolo! Tratta in modo esaustivo un grosso problema della nostra società che molto spesso non riceve nessun tipo di attenzione ed è stato per lungo tempo sottovalutato. Io nel mio piccolo, cerco di fare molta attenzione, ma nella tua lista ho trovato nuovi spunti interessanti da mettere in pratica! E sono curiosa di vedere Plastic Planet!
Mi fa piacere vedere come molte persone si impegnino nella quotidianità a contribuire a questa importante causa! La forza sta nel numero, dato dall’unione di ogni singolo individuo. L’attenzione verso il “non-uso” della plastica (e la riduzione dei rifiuti in generale) deve diventare una pratica diffusa e comune, così si mette in moto il cambiamento!
Per ora sono riuscito a reperire “Plastic Planet” solo in tedesco, ma contiene molte interviste in inglese e alcune in italiano (coi sottotitoli in tedesco). Non sono riuscito a trovarlo in inglese, tantissimi link risultano “stranamente” corrotti… Se non parli il tedesco, ti consiglio di cercare la versione inglese (continuerò a cercare anche io).
l’età della pietra non è terminata perchè son finite le pietre, ma perchè l’essere umano ha trovato altri mezzi più efficienti ed efficaci. sarà lo stesso per l’età del petrolio e anche per l’età della plastica. Credo nell’essere umano (anche grazie alle persone come te) e credo nel potere della divulgazione critica. oltre alla scelta vegetariana (che aiuta anche nella riduzione della plastica, oltre che delle emissioni) mi oppongo da sempre all’acquisto di verdura e frutta nei supermercati (trovavo il guanto e la bustina non biodegradabile ASSURDA già anni fa perchè lo consideravo un’uso assolutamente inutile di plastica a fronte dei sacchetti di stoffa portati da casa o di carta dati dai fruttivendoli di un tempo).
Ottime considerazioni! 🙂 Credo anche io che l’era della plastica (e del petrolio) debba finire presto, non perché (chi sa quando) finirà il petrolio o perché ci saranno leggi e tassazioni a imporcelo, ma perché ne va della vita stessa sul pianeta Terra. Ambiente, salute umana… Abbiamo messo tutto a repentaglio. Quindi, ora ci dobbiamo impegnare a invertire il processo. Le alternative ci sono, perciò non abbiamo scuse.
In generale, che si tratti di plastica o di qualsiasi altra abitudine, attività ecc., credo che sia importante diventare più consapevoli. Infatti, una persona consapevole è padrona della propria vita, agisce in base a decisioni proprie, non dettate da “altri” (pubblicità, tv, conformismo ecc.), è dotata di spirito critico e, quindi, è capace di fare scelte responsabili.